Andare a correre con il corona virus non è la compagnia ideale. Siamo in piena emergenza, ma ancora non c’è ne rendiamo conto. Da Mattia di Codogno, compagno d’ avventura di tutti i runner del mondo, è chiave di volta del terzo millennio.

Da quel giorno di fine febbraio, tutto ciò che era noto ora viene messo in discussione. Proprio come nel gioco del Monopoli, dovevi pescare la carta “imprevisti” e quando pensavi che tutto stesse andando bene ed eri ricco e fortunato, l’inaspettato cambiò la tua partita ed improvvisamente tutto fu rimesso in discussione.

O accettavi la sconfitta o ti rimboccavi le maniche e piano piano ricominciavi.

Quello era un gioco con soldi finti, questa è vita reale e i denaro non conta, c’è molto di più in gioco, la nostra salute, di quelli che ci sono vicini o di chi incrociamo per strada.

Il covid 19 non ha gambe per camminare o correre. Siamo noi a portarlo a passeggio. Lo incontriamo in giro, lo portiamo nelle nostre case e lo presentiamo ai nostri famigliari e amici, non so quanto siano realmente felici di conoscerlo.

Condivido che il mio governo deve dirmi cosa posso e non posso fare, leggiferando per gestire la nazione, ma qui è una questione di coscienza. E se ci dovessimo ammalare tutti che fine farebbe la nostra nazione? E noi podisti contro chi ci confronteremmo in gara?

Oltre alla categoria master ci sarà anche quella per asintomatici, guariti, con polmonite o bronchite? Personalmente non ho paura per me stesso, ma ho paura di essere causa di contagio per gli altri, anche sconosciuti.

#IORESTOACASA

Non ho bisogno delle direttive del mi governo che mi dica cosa fare in queste situazioni. Io resto a casa, non esco a correre anche se da solo e su strade deserte. Sicuramente perderò tonicità muscolare, velocità di percorrenza e resistenza, ma ci sarà il tempo per recuperare.

Non vado a correre per non essere il motivo o scusa per gli altri per uscire e andare in giro. Augurandomi di dovere affrontare in gare i miei pari categoria master e non le nuove categorie post corona virus. Vivo per il confronto e la sfida con tutti i runner in gara sui percorsi più disperati.

Se non dovessero esserci più gare con atleti contro chi mi confronterei?

J. F. kennedy presidente degli Stati Uniti diceva “Non chiederti cosa può fare il tuo paese per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese”. Posso donare soldi alla protezione civile o agli ospedali per l’acquisto di macchinari e all’ allestimento di terapie intensive. Ma soprattutto posso restare a casa affinché non si diffondi il virus.

Questa è una nuova sfida e più che lasciare un segno sarà una svolta, affrontiamola con coscienza perché sarà un cambio epocale.

Non uscire di casa con il covid 19 #IO RESTO A CASA

Fonte d’ispirazione Corriere della sera “Coronavirus, niente running e bici ma …”